Una guerra finita, o forse no. Iacopo, “l’Educatino”, torna a piedi attraverso un Paese sconfitto e devastato.

Spalla a spalla con un compagno detto “il Gabro”, volgare e crudele quanto serve per farcela... per arrivare fino a casa.

Una discesa negli inferi attraverso la follia dell’odio, della miseria, della morte, della pulizia etnica.

Giù a capofitto dentro la guerra, guerra delle trincee, guerra casa per casa, guerra di fratelli contro fratelli. Fino all’ultima verità.

Un romanzo liberamente ispirato alla ferita mai rimarginata del conflitto nella ex Jugoslavia.

Una scrittura vorticante che incanta e spiazza il lettore.

La denuncia devastante dell’orrore che è dentro ogni uomo.

 

Ci siamo distesi sopra la ruggine del vagone, ansimando. Il fracasso sordo delle rotaie era una musica, il battito di un cuore amico: un secondo cuore sbocciato nel nostro petto perché il primo si riposasse - riuscisse per un istante a purificarsi del sangue cattivo. L’anima ci barcollava...

 

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